NON SOLO COLORE

FASHION | MISSONI

Nel concepire i negozi di Missoni in giro per il mondo, la designer Patricia Urquiola ha deciso di assecondare l’identità del brand, famoso per gli intrecci cromatici delle maglie (e non solo). Anche la progettista italo-spagnola, nel cui lavoro il tema del colore è costantemente presente, ha desiderato lavorare sugli accostamenti di nuance molto sofisticate e insolite.

Tuttavia, non è solo il colore puro a caratterizzare i punti vendita Missoni. Come accade nei capi in tessuto o in tricot, entrano in gioco i materiali e i pattern geometrici, in una sinfonia visiva accogliente e “cordiale”. Pannelli rivestiti in coloratissimi zig-zag a effetto marmo venato, parquet al naturale, lampadari in rame e altri arredi laccati danno vita a un’armonia visiva che non soverchia affatto – anzi – l’immagine del prodotto moda.

QUADRI URBANI

STREET ART | UNTERHALTER + TRUHN

Più le condizioni di lavoro sono insolite, nel tessuto urbano, più rappresentano terreno fertile per Jessie Unterhalter e Katey Truhn. La facciata cieca di un edificio, una distesa di asfalto, l’intradosso di un tunnel o un muro irrisolto possono assumere una nuova espressività grazie all’intervento delle due giovani artiste attive principalmente a Baltimora, negli USA.

Il loro lessico, fondato su accostamenti di tinte molto sature e sull’uso esclusivo di geometrie astratte, strizza l’occhio alla pittura e alla grafica degli anni ’60 e ’70, con chiaro riferimento al mondo lisergico e all’Optical, ma anche, ancora più indietro, ai linguaggi del Bauhaus.

Energia e allegria caratterizzano le loro opere urbane – che possono raggiungere anche dimensioni ragguardevoli – in versione quadro o perfino tappeto, leggibili da vicino o dall’alto degli edifici.

MATRIMONIO CALEIDOSCOPICO

ARCHITETTURA | SHANGHAI

Un grande cubo bianco racchiude un cilindro coloratissimo in vetro. In sintesi, è la configurazione architettonica della nuova sala per matrimoni realizzata a Shanghai su progetto dello studio G+ Park. La scelta tipologica generale richiama la solennità di un antico palazzo reale.

Visto l’incremento di matrimoni che la Cina sta vivendo, è stata trovata una formula capace di tradurre in chiave visiva un momento ritenuto spettacolare e gioioso. Il cilindro vitreo semitrasparente è costituito da oltre 3000 tessere trapezoidali. Le 65 tonalità cromatiche sono disposte in base alle variazioni della luce diurna. L’abbraccio “barocco” della sala è messo in risalto dal disegno radiale del pavimento, bianco come il soffitto.

Luce e colore generano uno spazio dall’altissimo gradiente emozionale.

IL PADIGLIONE SEMITRASPARENTE

ARCHITETTURA | SHIFT A+U

Nel lontano 1990, Bernard Tschumi, reduce dal successo procuratogli dal parco della Villette a Parigi, progetta cinque padiglioni vetrati a Groningen, voluti dall’Amministrazione per celebrare i 950 anni della città olandese. Cinque volumi trasparenti in vetro che esprimono la visione decostruttivista dell’architetto.

Ma per gli artisti dello studio Shift A+U uno di essi ha rappresentato l’occasione per un’installazione cromatica. Il prisma inclinato di Horeplein è stato rivestito da pellicole colorate traslucide nelle hue CYM che, a seconda degli angoli visuali, generano tonalità RGB.

Percepibile sia da fuori che da dentro, il padiglione è in grado di alterare la percezione urbana in chiave dinamica, grazie a sovraimpressioni, ombre proiettate e geometrie sghembe. Il visitatore intrattiene con esso un rapporto di tipo immersivo, in un’esperienza visiva del tutto “anomala”.

FUCSIA ICONICO

DESIGN | KARIM RASHID

Karim Rashid, progettista “New York based”, ha reintrodotto nel mondo del design il filone radical-psichedelico sviluppatosi a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.

Le condizioni storico-culturali sono mutate… ma dopo tanto razionalismo e minimalismo, si ripropone un’iconografia acida, dirompente, coraggiosa, magari condita da inflessioni pop e da un organicismo tipico di questo inizio millennio.

Le creazioni di Rashid si caratterizzano da colori fluo e chimici, preferibilmente a contrasto con il bianco ottico. Il verde lime e il fucsia si contendono lo scettro della visibilità, ma è il secondo a esplodere con maggiore energia su arredi, grafiche e spazi interni.

Possiamo dire che il rosa shocking sia diventato il colore iconico del designer egizio-americano, come il rosso per gli abiti da sera di Valentino o il bianco per le architetture di Richard Maier.

SATURI, MA NON TROPPO…

FASHION | EMPORIO ARMANI

Nonostante il mondo estetico di Giorgio Armani sia improntato alle palette del grigio e del beige, le concessioni cromatiche non mancano, specialmente nelle proposte per l’estate. È il caso della collezione primavera/estate 2018 di Emporio Armani, la linea meno impegnativa destinata a un pubblico prevalentemente giovane.

Lo stilista milanese adotta delle tonalità vivaci, ma senza esagerazione. I rossi, i viola, i rosa e i verde-acqua appaiono come tali, ma presentano un leggero grado di desaturazione. Insomma, appaiono “morbidi”, rispettando l’immaginario che ha reso famoso Armani in oltre 40 anni. Dai giacchini da giorno, fino alle bluse da cocktail, il colore non appare mai aggressivo o dirompente, ma mantiene un livello garbato e sussurrato, capace di combinarsi con tante altre nuance.

STUDIARE CON ALLEGRIA

ARCHITETTURA | IVANHOE

La Ivanhoe Grammar School sorge in una zona periferica dell’omonima città australiana. Per l’impianto architettonico generale, lo studio McBride Charles Ryan ha optato per un corpo cilindrico uniforme e scuro, chiuso verso un contesto senza qualità.

In un punto della facciata, uno squarcio super-cromatico, che conduce a un cortile dalle forme sbalorditive: i prospetti che vi si affacciano sono asimmetrici e colorati con toni vivaci e contrastanti.

Quelle superfici arcobaleno traducono una visione serena e accogliente della didattica, ma formano anche la scena per l’aggregazione durante il tempo libero, secondo una tradizione tutta anglosassone.

Il color block è giocato su geometrie sghembe e dinamiche. Le colorazioni sono applicate su principalmente su lastre metalliche verniciate a polvere, che rivestono anche i soffitti dei porches.

ARANCIO CINETICO

PARKING | SANTA MONICA

Il parcheggio fuori terra è un tema progettuale ibrido: ha un carattere strettamente tecnico ma deve assumere il più possibile le sembianze di un normale edificio.

Una soluzione assai brillante è stata individuata dal workshop Behnisch Architekten + Studio Jantzen a proposito del nuovo Parking pubblico di Santa Monica, in California, dove i progettisti hanno giocato in senso cromatico per il trattamento del prospetto.

Il volume rimane semi-aperto grazie a una schermatura modulare in lamiera bianca traforata, a filo-facciata. A conferire una forte personalità alla superficie verticale, una sequenza di pannelli triangolari a sbalzo. Il loro orientamento asimmetrico, unito alla variazione progressiva del colore tra giallo e rosso, crea un vero e proprio piano cinetico. Anche la scala esterna, con parapetto rosso fuoco, decreta la valenza cinetica di questa architettura dal forte contenuto cromatico.

CELLULE DI VETRO

SCULTURA | JIYONG LEE

La magia del vetro deriva proprio dall’uso inconsueto del colore. Se siamo abituati alla tinta piena, qui viene sfumata con un effetto frosty. Questa soluzione è opera dell’ingegno artistico di Jiyong Lee, che vive e lavora nell’Illinois.

La serie intitolata “Segmentazione” è ispirata dal fascino esercitato dai processi trasformativi della cellula. L’artista dichiara che «il vetro ha trasparenza e traslucenza, due qualità che fungono da metafore perfette per ciò che è noto e ignoto riguardo alle scienze della vita. Le forme segmentate e geometriche del mio lavoro rappresentano cellule, embrioni, strutture biologiche e molecolari».

La serie Segmentation è sottile e silenziosa ma strutturalmente complessa. Il vetro solido viene lavorato a freddo mediante taglio, laminazione, intaglio e processi di raffinazione.

Le facce colorate giocano attraverso i corpi traslucidi, creando uno splendore opulento.

ATTRAVERSAMENTI CROMATICI

STREET ART | CHRISTO GUELOV

Nella maggior parte dei casi, le opere d’arte site specific nel tessuto urbano rivestono un carattere di autonomia rispetto all’esistente. Al contrario, il recente lavoro di Christo Guelov nelle strade di Madrid, denominato “Funnycross”, si confronta con la vita urbana nella sua quotidianità e con l’uso del suolo pubblico.

L’artista bulgaro dipinge gli interstizi delle strisce pedonali (che lui stesso definisce “noiose”) con pattern geometrici a colori supervivaci, con l’intento di sensibilizzare i cittadini a un corretto attraversamento delle strade, oltre a riqualificare in termini creativi e giocosi il paesaggio urbano. A ogni attraversamento corrisponde una soluzione grafica diversa.

Siamo di fronte a un esperimento dinamico, tutt’altro che autoreferenziale, che mette strettamente a contatto arredo urbano e arte: in questo caso, senza l’uno non ci sarebbe neanche l’altra.