VITA IN TOTAL BLACK

INTERIOR | TAMIZO

Rigore, ma non minimalismo. Anzi, l’impiego pervasivo del nero in questa casa unifamiliare in Polonia genera un effetto addirittura massimalista.

E coraggiosissimo, poiché nel gusto e nell’immaginario collettivo nessuno sognerebbe mai di usare quella tinta in uno spazio abitativo. Il nostro interesse per questo lavoro deriva da due aspetti: lo sdoganamento del nero nell’interior design e per la gestione di quello stesso colore in ogni micro-scena della casa.

L’impegno estetico dello studio Tamizo Architects, con base a Varsavia e a Lodz, è diretto a dimostrare che il nero non è mai assoluto. Al contrario, ne esistono tante modulazioni, in relazione ai materiali, alle masse e all’incidenza sulle superfici dei diversi tipi di luce.

L’effetto complessivo è quello di uno spazio vellutato, di un’atmosfera perfino lieve, dove il nero viene interrotto qua e là da presenze chiare (ad esempio il divano beige e i pavimenti grigio chiaro).

 

Life in total black – Rigor, but not minimalism. Indeed, the pervasive use of black in this single-family house in Poland generates an even maximalist effect.

And very courageous, since in taste and in the collective imagination no one would ever dream of using that color in a living space. Our interest in this work derives from two aspects: the clearance of black in interior design and the management of that same color in every micro-scene of the house.

The aesthetic commitment of the Tamizo Architects studio, based in Warsaw and Lodz, is aimed at demonstrating that black is never absolute. On the contrary, there are many modulations, in relation to the materials, the masses and the incidence on the surfaces of the different types of light.

The overall effect is that of a velvety space, with an even warm atmosphere, where black is interrupted here and there by light presences (for example the beige sofa and light gray floors).

UNA FAMIGLIA VERDE E AZZURRA

ARCHITECTURE | CROSSBOUNDARIES

Family box è un complesso ricreativo polivalente fra un parco giochi coperto e un asilo per bambini fino a dodici anni, ma che risponde anche alle esigenze dei genitori. Si trova a Shanghai e ospita diversi tipi di attività: nuoto, musica, ballo, artigianato e cucina.

La struttura nasce da uno spazio commerciale abbandonato, con poca luce naturale e interrotto da numerosi pilastri. La rifunzionalizzazione avviene all’insegna del colore, anche se i volumi sono nettamente dominati dal bianco.

In base al nuovo progetto, curato dallo studio Crossboundaries, il primo e il secondo piano sono collegati visivamente da un verde brillante e fresco, in due tonalità. Dall’ingresso il volume della scala attira il visitatore, formando un chiaro percorso di circolazione verso la piscina al piano superiore.

Il verde si ripresenta nelle varie zone “specializzate”, spesso caratterizzate da forme asimmetriche, combinato con il turchese.

 

A green and blue family – Family box is a multipurpose recreational complex between an indoor playground and a kindergarten for children up to twelve years, but which also meets the needs of parents. It’s in Shanghai and hosts different types of activities: swimming, music, dancing, crafts and cooking.

The structure arises from an abandoned commercial space, with little natural light and interrupted by numerous pillars. The re-functionalization takes place in the name of color, even if the volumes are clearly dominated by white.

According to the new project, curated by the Crossboundaries studio, the first and second floors are visually connected by a bright and fresh two-tone green. From the entrance, the volume of the staircase attracts the visitor, forming a clear circulation path towards the swimming pool on the upper floor.

Green recurs in the various “specialized” areas, often characterized by asymmetrical shapes, combined with turquoise.

SORELLE DIVERSE

FURNITURE | TOM HANCOCKS

Nell’affollatissimo panorama dell’arredo contemporaneo, poche novità assumono un vero interesse. Fra queste troviamo sicuramente la collezione Sister Chair (sedia, poltroncine e divanetto), disegnata da Tom Hancocks, designer stanziato a New York, e prodotta da Dowel Jones, piccola azienda situata a Richmond (Australia), di cui lo stesso designer è originario.

La struttura in metallo tubolare viene lasciata a vista, diventando un vero elemento di identità, e verniciata a polveri epossidiche. Il tessuto, fornito da Kvadrat, è a scelta del cliente in base a una gamma vastissima di tinte unite. Non solo: nello stesso esemplare, diviso simmetricamente, si possono abbinare due colori diversi.

La personalizzazione avviene grazie a una divertente operazione combinatoria, che rende diverso un esemplare dall’altro, di cui il colore, dal più cupo al più brillante, è protagonista.

 

Different sisters – In the crowded panorama of contemporary furniture, few novelties take on real interest. Among these we certainly find the Sister Chair collection (chair, armchairs and sofa), designed by Tom Hancocks, a designer based in New York, and produced by Dowel Jones, a small company located in Richmond (Australia), of which the designer himself is a native.

The tubular metal structure is left exposed, becoming a true element of identity, and painted with epoxy powders. The fabric, supplied by Kvadrat, is chosen by the customer based on a very wide range of solid colors. Not only that: in the same item, symmetrically divided, two different colors can be matched.

Personalization takes place through a funny combinatorial operation, which makes one item different from another, of which the color, from the darkest to the brightest, is the protagonist.

TRA MODULARITÀ E VARIAZIONE

PAINTING | JOSH SPERLING

In campo pittorico, la geometria gioca sempre un ruolo di primo piano. Ne è un esempio eclatante il lavoro di Josh Sperling. Il giovane artista americano attinge al linguaggio della pittura minimalista degli anni ‘60 e ‘70, lavorando principalmente con tele sagomate su curve di livello. Parte da intricati supporti in compensato, su cui la tela viene tesa e dipinta in una tavolozza di colori a saturazione variabile, a volte contrastanti, a volte in gradazione.

Nella loro tridimensionalità, le sue opere sfumano i confini tra pittura e scultura, immagine e oggetto. Estraendo una vasta gamma di fonti, dal design alla storia dell’arte, Sperling ha creato un vocabolario visivo unico, notevole per la sua qualità espressiva e l’energia irrefrenabile.

Accanto alle opere a forma libera e sinuosa, troviamo le composizioni ritmiche qui presentate, le cui scelte cromatiche sono il frutto di uno studio attentissimo, specie sul fronte delle nuance.

 

Between modularity and variation – In the field of painting, geometry always plays a leading role. Josh Sperling’s work is a striking example. The young American artist draws on the language of minimalist painting of the 1960s and 1970s, working mainly with contoured canvases on contour lines. He starts from intricate plywood supports, on which the canvas is stretched and painted in a palette of colors with variable saturation, sometimes contrasting, sometimes in gradation.

In their three-dimensionality, his works blur the boundaries between painting and sculpture, image and object. By extracting a wide range of sources, from design to art history, Sperling has created a unique visual vocabulary, notable for its expressive quality and irrepressible energy.

Alongside the free-form and sinuous works, we find the rhythmic compositions presented here, whose chromatic choices are the result of a very careful study, especially in terms of nuances.

COLORE TRA LE ONDE

PAINTING | ERIN MILLER WRAY

Erin Miller Wray è un’artista e designer statunitense specializzata nel dipinto a mano, attiva soprattutto nel settore del branding. Collabora direttamente con i clienti per sviluppare, in chiave integrale, murales e lettering unici per contenuti aziendali, uso commerciale, pubblicità all’aperto, pagine social e arte pubblica.

Insomma, opere d’arte al servizio dell’impresa. Erin e il suo team creano dipinti unici nel loro genere per una clientela attenta a forme alternative di comunicazione; opere che l’artista ritiene possano sollecitare in clienti e spettatori un senso di appartenenza e di seduzione.

Tra i suoi lavori più originali, la capsule collection di surf che Erin ha decorato con i tipici motivi astratti per Thread Surfboards, che produce artigianalmente tavole-cult per gli appassionati dei tumulti oceanici.

Onde di colore tra le onde azzurre. Emozionanti nel mare, ma belli anche appesi alla parete.

 

Color among the waves – Erin Miller Wray is an American artist and designer specializing in hand painting, mainly active in the branding sector. You collaborate directly with customers to develop unique murals and lettering for corporate content, commercial use, outdoor advertising, social pages and public art in an integral way.

In short, works of art at the service of the company. Erin and her team create one-of-a-kind paintings for a clientele attentive to alternative forms of communication; works that the artist believes can elicit a sense of belonging and seduction in customers and viewers.

Among her most original works, the surf capsule collection that Erin has decorated with the typical abstract motifs for Thread Surfboards, which produces handcrafted cult-boards for fans of ocean turmoil.

Waves of color among the blue waves. Exciting in the sea, but also beautiful hanging on the wall.

COME VASI ROVESCIATI

ARCHITECTURE | HORMUZ

Lo studio iraniano Zav ha ultimato lo scorso anno la costruzione del Majara Residence, un villaggio davvero originale: 15 piccole case vacanza a tinte vibranti, pensate per accoglier i visitatori dell’isola di Hormuz, affacciata sul Golfo Persico. ⁠Questo nuovo insediamento turistico appare come un agglomerato un po’ biologico e un po’ tribale.

Il pensiero dei progettisti è molto chiaro, nonché saldamente legato all’identità del luogo: «Non si può cancellare il colore dall’isola di Hormuz, con la sabbia rossa delle sue spiagge che trasforma persino il blu del mare. Nemmeno quello dei suoi abitanti, per i quali i colori sono una forma di espressione, negli abiti, negli interni delle loro case e nel cibo».

Sul piano tipologico, le cupole richiamano i trulli pugliesi. Ma qui la ricerca cromatica è molto originale, dato che il colore inonda con asimmetria e casualità apparenti sia l’estradosso che l’interno, creando un paesaggio visivo di rara sensualità.

 

Like overturned pots – Last year, the Iranian studio Zav completed the construction of the Majara Residence, a really original village: 15 small holiday homes in vibrant colors, designed to welcome visitors to the island of Hormuz, overlooking the Persian Gulf. ⁠This new tourist settlement appears as a somewhat organic and a little tribal agglomeration.

The thinking of the designers is very clear, as well as firmly linked to the identity of the place: «You cannot erase the color from the island of Hormuz, with the red sand of its beaches that even transforms the blue of the sea. Not even that of its inhabitants, for whom colors are a form of expression, in clothes, in the interiors of their homes and in food ».

On the typological level, the domes recall the Apulian trulli. But here the chromatic research is very original, given that the color floods both the top surface and the interior with apparent asymmetry and randomness, creating a visual landscape of rare sensuality.