AMERICAN COLOR BLOCK

FASHION | BIDEN INAUGURATION

Per la politica statunitense e forse anche mondiale, il 20 gennaio ha rappresentato un vero momento di svolta. In occasione della cerimonia di insediamento di Joe Biden, una vera parata di stelle della politica e dello spettacolo. Grandi protagoniste, le donne, che hanno rafforzato l’importanza di questo evento anche attraverso l’uso del colore nell’abbigliamento come elemento fortemente simbolico.

A Capitol Hill, al di là del carattere istituzionale, una grande festa dominata dall’esibizione di Lady Gaga, in rosso e nero firmato Schiaparelli Haute Couture, seguita da Jennifer Lopez in total white firmato Chanel.

Kamala Harris, Hillary Clinton e Michelle Obama, hanno optato per varie tonalità di viola, che in America simboleggia la rinascita, con abiti disegnati da vari stilisti emergenti.

Dirompente, il cappotto giallo limone di Amanda Gorman, che risaltava sulla pelle nera. Sotto tono, invece, il completo azzurro di Jill Biden, nuova first lady.

 

For US and perhaps world politics, January 20 represented a real turning point. On the occasion of Joe Biden’s inauguration ceremony, a real parade of stars of politics and entertainment. Great protagonists, women, who have reinforced the importance of this event also through the use of color in clothing as a highly symbolic element.

On Capitol Hill, beyond the institutional character, a great party dominated by the performance of Lady Gaga, in red and black by Schiaparelli Haute Couture, followed by Jennifer Lopez in total white by Chanel.

Kamala Harris, Hillary Clinton and Michelle Obama opted for various shades of purple, which in America symbolizes rebirth, with dresses designed by various emerging designers.

Disruptive, Amanda Gorman’s lemon yellow coat, which stood out against the black skin. Conversely, the light blue coat of Jill Biden, the new first lady, is subdued.

COLORE CONCETTUALE
CONCEPTUAL COLOUR

SET UP | PRADA

Nell’ambito dell’ultima fashion week milanese, è stata svelata la prima collezione menswear di Prada disegnata dai co-direttori creativi Miuccia Prada e Raf Simons. La sfilata, senza pubblico, racconta un intimo e personale desiderio di contatto, di scambio e di relazione. Al centro, l’individuo: il corpo, la libertà… ma soprattutto il piacere della tattilità e della visione, che si traduce in una grande varietà di tipologie, lavorazioni e materiali.

Tanto nella collezione che nell’allestimento, grande centralità del colore, sia tradizionale che imprevisto.

Il set up, metafisico e un po’ labirintico, è stato ideato da Rem Koolhaas. I “non spazi” della sfilata vedono l’accostamento, volutamente assurdo, di superfici dissonanti, come lastre di marmo verde chiaro, resina rosa, gesso e pelliccia sintetica violacea.

Interni o esterni? Duri o morbidi? Caldi o freddi? Contemporaneamente entrambi e nessuno dei due, in un sottile gioco concettuale ed espressivo.

 

Conceptual colour – As part of the latest Milan fashion week, Prada’s first menswear collection designed by creative co-directors Miuccia Prada and Raf Simons was unveiled. The show, without any audience, tells of an intimate and personal desire for contact, exchange and relationship. At the center, the individual: the body, freedom … but above all the pleasure of tactility and vision, which translates into a great variety of types, processes and materials.

Both in the collection and in the setting, great centrality of color, traditional and unexpected at the same time.

The metaphysical and somewhat labyrinthine set up was conceived by Rem Koolhaas. The “non-spaces” of the show see the deliberately absurd juxtaposition of dissonant surfaces, such as slabs of light green marble, pink resin, plaster and purple synthetic fur.

Interior or exterior? Hard or soft? Hot or cold? Both and neither of them at the same time, in a subtle conceptual and expressive play.

GLI SCARTI CHE ARREDANO
THE WASTE THAT FURNISH

FURNITURE | LC23

LC23 è un marchio di leisure wear unisex nato di recente per iniziativa di Leo Colacicco, che realizza le collezioni in chiave totalmente hand made e le vende sul proprio sito.

Di recente è stata creata una poltrona con l’obiettivo di riutilizzare tutti gli scarti di tessuti usati nelle passate collezioni. In particolare, per questo primo modello, sono stati impiegati i ritagli di Polartec, tecnotessuto innovativo, ad alte prestazioni e disponibile in numerose varianti.

Da tanta tecnologia nasce così una poltrona, realizzata in Puglia da abilissimi artigiani specializzati, che rispecchia perfettamente lo stile LC23. Dato che si compone di “pezzi” di varie tipologie, appare come un divertentissimo patchwork cromatico, che si estende ai piedini e alle tasche chiuse da zip.

Questo modello sarà realizzato in soli 5 esemplari e acquistabile esclusivamente in pre-order.

 

The waste that furnish – LC23 is a unisex leisure wear brand recently created on the initiative of Leo Colacicco, which creates the collections in a totally hand made way and sells them on its website.

An armchair was recently created with the aim of reusing all the scraps of fabrics used in past collections. In particular, for this first model, Polartec cuttings were used, an innovative, high-performance techno-fabric available in numerous variants.

From so much technology, an armchair is born, made in Puglia by skilled skilled craftsmen, which perfectly reflects the LC23 style. Since it is made up of “pieces” of various types, it looks like a hilarious chromatic patchwork, which extends to the feet and pockets closed by zip.

This model will be made in only 5 copies and can be purchased exclusively in pre-order.

CARAMELLE DI VETRO
GLASS CANDIES

PRODUCT | HELLE MARDAHL

Attualmente esiste in Danimarca un indirizzo del design, molto ben identificato, focalizzato sull’oggettistica decorativa per la casa. Di questo filone fa parte anche Helle Mardahl, che produce e commercializza vasi in vetro colorato, prevalentemente non trasparente.

La designer soffia a mano vasi di vetro da tavolo simili a caramelle. Ma il suo approccio artigianale va ben oltre la produzione seriale delle stesse caramelle. Essa emerge soprattutto dall’idea dell’irregolarità a tutto campo: invece di creare figure perfette, lascia che nascano sagome tondeggianti un po’ deformate, in modo che ognuna sia unica. A questa casualità si aggiungono variazioni dimensionali e soprattutto una vastissima varietà cromatica.

Con la loro tipica superficie glossy e il loro immancabile coperchio bombato, i vasi di Helle, appaiono come oggetti da pasticceria fiabesca, magici, al di sopra delle variazioni del gusto.

 

Glass candies – Currently there is a very well identified design address in Denmark focused on decorative objects for the home. Also part of this trend is Helle Mardahl, which produces and markets vases in colored glass, mainly not transparent.

The designer hand blows glass candy-like tabletop vases. But his artisan approach goes far beyond the serial production of the candies themselves. It emerges above all from the idea of full-scale irregularity: instead of creating perfect figures, she lets slightly deformed rounded shapes arise, so that each is unique. To this randomness are added dimensional variations and above all a vast chromatic variety.

With their typical glossy surface and their inevitable rounded cover, the vases by Helle appear like fairy-tale pastry objects, magical, above the variations of liking.

GELATO GLACIALE
GLACIAL ICE CREAM

INTERIOR | REYKJAVÍK

Un’identità audace (e riconoscibile) per la nuova gelateria all’interno del Museo Perlan di Reykjavík. Attraverso un gesto semplice ed economico Mattia Zambotti, giovane designer italiano, si è ispirato alle stalattiti di ghiaccio e ai loro riflessi, per disegnare un soffitto fortemente iconico.
L’insieme delle piramidi di schiuma fonoassorbente, verniciate in bianco e blu, attirano lo sguardo del visitatore in una composizione optical che converge verso un preciso punto focale: i vassoi del gelato.
Nonostante il riferimento naturale impervio, la cruda tavolozza cromatica, e un prodotto poco adatto al clima nordico, il progettista genera uno spazio avvolgente e mutevole.
Forse è proprio la celebrazione del paesaggio locale a dar vita a uno scenario adatto al vasto pubblico che abitualmente affolla il museo.

Glacial ice cream – A bold (and recognizable) identity for the new ice cream parlor inside the Perlan Museum in Reykjavík. Through a simple and economical gesture, Mattia Zambotti, a young Italian designer, was inspired by the ice stalactites and their reflections, to design a highly iconic ceiling.
The set of sound-absorbing foam pyramids, painted in white and blue, attract the visitor’s gaze in an optical composition that converges towards a precise focal point: the ice cream trays. Despite the impervious natural reference, the raw chromatic palette, and a product not very suitable for the Nordic climate, the designer creates an enveloping and changing space.
Perhaps it is precisely the celebration of the local landscape that creates a scenario suitable for
the vast public that usually flocks to the museum.

FOTOGRAMMI CROMATICI
CHROMATIC PHOTOGRAMS

ARCHITECTURE | RAMIRO GUERRERO

La lezione di Luis Barragan è evidente, ma per Rodrigo Guerrero è solo il punto di partenza per il progetto della propria casa-studio a Nuevo Leon, in Mexico.

Per l’architetto il gioco tra volumi e colore è fondamentale. E lo esaspera, allontanandosi dalle composizioni calibrate, armoniche e perfino metafisiche del maestro. La complessità tipologica dell’edificio, data da dislivelli, patii, terrazze, asimmetrie e compenetrazioni solide, genera una sequenza ininterrotta di inquadrature dove geometria, luce solare e match cromatici corrispondono a un’infinità di micropaesaggi dalla forte carica visiva. Risulta perfino difficile distinguere nettamente interno ed esterno, anche se l’intonaco ruvido ha un ruolo unificante.

I fotogrammi di Guerrero puntano su tinte forti e calde (in primis arancio e fucsia), con parentesi azzurre, e danno luogo a una vera e propria esperienza emozionale.

 

Luis Barragan’s lesson is evident, but for Rodrigo Guerrero it is only the starting point for the project of his own home-studio in Nuevo Leon, Mexico.

For the architect, the play between volumes and color is fundamental. And he exasperates it, moving away from the master’s calibrated, harmonic and even metaphysical compositions. The typological complexity of the building, given by unevenness, patios, terraces, asymmetries and solid interpenetrations, generates an uninterrupted sequence of shots where geometry, sunlight and color matches correspond to an infinity of micro-landscapes with a strong visual charge. It is even difficult to clearly distinguish internal and external, even if the rough plaster has a unifying role.

Guerrero’s frames focus on strong and warm colors (primarily orange and fuchsia), with blue brackets, and give rise to a real emotional experience.